
Cane da Lupo Cecoslovacco
un Lupo da temere o un Cane “con la C maiuscola”?
Quando si cammina per strada con un Cane da Lupo Cecoslovacco, la sua sola vista suscita almeno due reazioni:
“Attento, non ti avvicinare: quello è un vero lupo, vuoi fare la fine di Cappuccetto Rosso?!”; “Oh, guarda! Posso toccarlo, vero? Anche io lo voglio perché è il cane più bello e più intelligente del mondo!”.
Ecco. Come scoprirete leggendo questo articolo, la verità sta nel mezzo.
Da una parte, il suo aspetto così “lupino” è normalissimo che incuta timore e preoccupazione; dall’altra, non si può certamente negare che sia molto affascinante e attraente. Il fatto che assomigli davvero molto a un lupo, infatti, non è assolutamente un caso: deriva da incroci diretti con un lupo ed per è questo che suscita reazioni così contrastanti.
È una razza molto desiderata, vittima della moda del momento per cui le motivazioni più comuni tra chi vorrebbe adottarne un esemplare sono – tra le più ricorrenti – una “sfida personale”: è un lupo ed io voglio riuscire ad addomesticarlo”; “è intelligentissimo e l’unico vero cane”; “è un lupo e voglio vivere nei boschi” e chi poi sogna di passeggiare con “un lupo al guinzaglio”.
Tutte motivazioni da cui stai in guardia! Come ogni cane che vive “vittima” della moda, il rischio che questo generi malessere negli individui perchè le persone scelgono con poca consapevolezza, è alto, altissimo. Basti vedere i numeri dei rescue che si occupano di questa razza.
Il suo aspetto non può semplicemente incutere timore o affascinare, deve soprattutto farci riflettere, perché, una cosa è certa: Il CLC è un cane, ma non è un cane per tutti! E più vi informerete sulla razza e più lo sentirete ripetere.
Perché? Scopriamolo insieme. Innanzitutto, per conoscere una razza è importante analizzarne le origini e le motivazioni che hanno portato a selezionarla e scopriamo chi può essere (e chi assolutamente NO!) il compagno umano ideale per questo cane così affascinante!

Storia e nascita della razza
Tutto ha inizio attorno agli anni 50 nell’allora Cecoslovacchia con l’esperimento promosso da Karel Hartl, colonnello dell’esercito cecoslovacco.
L’esperimento prevedeva l’accoppiamento di femmine di Lupo dei Carpazi con maschi di Pastore Tedesco, con lo scopo di ottenere degli esemplari ibridi che avessero l’addestrabilità e la socievolezza del cane e la forza e la resistenza del lupo. Il loro compito sarebbe stato quello di pattugliare i confini al fianco delle guardie dell’esercito cecoslovacco.
Per ottenere l’effetto desiderato ci vollero quattro generazioni di incroci diretti con il lupo e la razza fu riconosciuta soltanto nel 1999.
Il risultato ottenuto fu quello di cani dall’aspetto inconfondibile, in cui il Pastore Tedesco s’intravede a malapena: sembianze molto lupine, anche se con orecchie e muso più larghe rispetto al lupo; zampe molto lunghe e forti; pelo molto simile a quello del lupo e occhi giallo ambrati.
L’obbiettivo del colonnello, però, non fu proprio del tutto raggiunto perché, nonostante studi recenti abbiano dimostrato che – effettivamente – dal punto di vista genetico l’aspetto estetico derivi dai geni del lupo, mentre quello comportamentale da quelli del cane, questi nuovi individui mantenevano un’alta diffidenza, una scarsa addestrabilità e poca socievolezza nei confronti delle persone. Il compito di protezione dei confini tornò, quindi, ad essere affidato al Pastore Tedesco; anche perchè i CLC, sopratutto delle prime generazioni (tratto che molti mantengono tuttora) collaborano molto volentieri con il proprio referente umano – se è stato in grado di conquistarsene la fiducia, ma non con altri.
La nuova razza, però, venne portata avanti e in poco tempo cominciò ad essere piuttosto diffusa, fermando l’ibridazione diretta alla quarta generazione.

Chi abbiamo davanti, cane o lupo?
Possiamo tranquillamente affermare che sia un cane a tutti gli effetti potenziato da una componente lupina, sempre più diluita, ma che si fa ancora sentire.
Per quanto sia difficile calcolarlo, infatti, la percentuale di sangue di lupo è circa del 32,8% e di fatto, per legge, non può essere superiore.
Dobbiamo, però, tenere conto del fatto che, essendo una razza molto giovane, non ha ancora raggiunto omogeneità e stabilità: se per quanto riguarda, infatti, l’aspetto fisico i geni sono già fissati, lo stesso non si può dire dal punto di vista comportamentale. In una stessa cucciolata, possiamo trovare personalità molto differenti: alcuni cuccioli possono avere caratteristiche comportamentali molto simili a quelle del lupo e altri molto simili a quelle del cane.
Si tratta quindi certamente di un cane ma, ci teniamo a ribadirlo di un cane non per tutti!
Ma per chi tiene conto del fatto che questo cane così affascinante ha ereditato, se pur in maniera variabile da soggetto a soggetto, molte caratteristiche tipiche del lupo ed è in grado di averne rispetto.

Il CLC e la sensibilità sensoriale e comunicativa
I sensi del CLC sono molto più sviluppati rispetto a quelli degli altri cani. Ciò vuol dire che sono molto più sensibili ai rumori, agli odori, agli stimoli in movimento.
Sono tendenzialmente molto diffidenti e poco socievoli, sopratutto con le persone che non conoscono: non amano essere toccati o avvicinati da chiunque solo per la loro innegabile bellezza.
Lo sono anche con i cani che non conoscono perché dal lupo hanno ereditato una finissima comunicazione che la maggior parte dei cani fa fatica a comprendere: non accettano atteggiamenti maleducati dagli altri cani e pretendono rispetto e chiarezza comunicativa che molti conspecifici non possiedono.
In generale, non sono particolarmente adattabili alle novità e a diversi tipi di ambienti, non naturali.
Il suo compagno umano ideale, quindi, non è certo chi vive in un centro cittadino, molto trafficato, pieno di rumori, di stimoli, di persone. Per molti individui è da considerarsi una vera e propria tortura e la sua passeggiata ideale non prevede l’incontro con altri mille cani al parchetto o in area cani o al mercato e al centro commerciale.
Questi cani hanno una grandissima resistenza e bisogno di muoversi in spazi molto ampi, naturali.
Sono anche cani con cui il compromesso sulle aspettative umane è la base di un sano rapporto: per esempio, si può insegnare un richiamo “perfetto” per come lo intendiamo (chiamo e ho il cane al piede) perché, se hanno la possibilità, prendono molta distanza e sono in grado di percorrere moltissimi chilometri, o se vedono un selvatico in quel frangete più interessante del proprio umano, o un ciclista, o un altro cane o una foglia che si muove al vento.
Il proprietario ideale del CLC, non può essere chi decide che “il cane avrà il suo spazio in giardino ed è contento”, perché non è in grado di stare chiuso in uno spazio recintato: sappiate che non esiste cinta che non può essere scavalcata o terreno in cui non si può scavare una buca!
Il giardino è solo un ulteriore spazio da vivere insieme non un ambiente in cui essere relegato. Vale per tutti i cani, per il CLC vale di più!

Il CLC tra comunicazione, predatorio e collaborazione
Altro aspetto importante che ha ereditato dai cugini boschivi, è un cane molto fisico: usa decisamente tanto la bocca e le zampe nelle interazioni sociali con le persone e con gli altri cani ed è molto irruente. Il suo proprietario ideale deve essere una persona fisicamente in grado di reggere e modulare questa fisicità, senza reprimerla.
Sono cani molto intelligenti e apprendono molto facilmente: bisogna saper essere alla loro altezza perché spesso tra l’elaborazione di un pensiero e il comportamento che ne consegue, passa una frazione di secondo, con tempi di risposta che noi umani ci sogniamo soltanto.
Il suo proprietario ideale deve conoscere molto bene la comunicazione canina perché, il CLC, come i lupi, dà moltissima attenzione alle posture, al modo di muoversi nello spazio, a come ci si pone fisicamente a lui. Possiamo permetterci pochissimi errori, un gesto sbagliato può essere da lui male interpretato e sono cani che fanno pochi sconti.
Dai lupi, inoltre, hanno preso un’altissima motivazione predatoria: cacciano e consumano, per questo una socializzazione precoce con altri animali come galline, pecore, asini, cavalli e gatti può aiutarli a integrarsi al meglio, ma non scongiura eventuali incidenti diplomatici.
Possono essere molto collaborativi, ma solo se si fidano realmente del proprietario e si divertono a passare del tempo insieme a lui, altrimenti si trovano da soli qualcosa di divertente da fare e spesso non coincide con l’idea di “divertente” del proprietario!

Il CLC, il branco famiglia e il leader
I clc sono cani molto autonomi ma, allo stesso tempo, hanno estremamente bisogno di vivere a strettissimo contatto con la loro famiglia e di condividere quotidianamente le attività familiari: come per i lupi, chi rimane solo è spacciato, per questo vivono molto male la solitudine. Il loro proprietario ideale è colui che ha molto tempo da investire nell’aiutarli a stare soli e che comunque ha la possibilità di stare molto tempo con loro.
Dal lupo, il CLC ha inoltre ereditato la visione del branco come una famiglia in cui tutti collaborano al benessere di tutti. Ha bisogno di una figura di riferimento che gli faccia da guida, che gli dia delle regole sociali da seguire, che sia degno di fiducia, che prenda le giuste decisioni.
Il suo proprietario ideale deve essere un vero leader, il che non significa che debba imporsi con violenza sul cane o esigere sottomissione, cosa che causerebbe soltanto la perdita di fiducia del cane nei suoi confronti e reazioni anche violente. Un vero leader è colui che prende decisioni funzionali per il branco e il CLC ne ha estremamente bisogno: se non riusciamo ad essere una guida sicura, sarà lui ad assumersi questo ruolo e inizierà a prendersi carico di qualunque iniziativa a modo suo.

Il Clc e il proprietario ideale
Il suo proprietario ideale, in generale, deve quindi sapere che vivere con un CLC è una sfida h24. A partire dalla crescita comportamentale del cucciolo, a cui dovrà dedicare più attenzione che a quella di un qualsiasi altro cane e per cui sarà necessaria un’attenta socializzazione, alla vita quotidiana in cui non potrà mai abbassare la guardia perché per il CLC sei sempre sotto esame, a parte quando dormono sul divano pancia all’aria!
Il proprietario ideale di un CLC non è certo chi lo adotta perché vuole “il lupo al guinzaglio”.
Non è chi vuole pavoneggiarsi perché “è riuscito ad addestrarlo”, snaturandolo e costringendolo a essere ciò che non è, in un ambiente che è così lontano da quello che ha ancora nei suoi geni.
Deve dedicargli una vita dignitosa adatta alla sue esigenze, così diverse da i cani a cui siamo ormai noi tutti abituati.
Per un CLC, nulla è mai abbastanza.
Deve amare la natura ed esserne affascinato perché solo così potrà davvero comprendere cosa significa vedere un Cane Da Lupo Cecoslovacco attraversare correndo un bosco o solcare la neve. Solo rispettando il lupo che c’è in lui potrà davvero godere della relazione con lui.
Se sei un umano che ama la pioggia, il fango, la fatica fisica, che non ha paura di mettersi a nudo e mettersi in gioco nel profondo, nell’anima; se scoprire davvero quali sono le ricchezze della natura, ti affascina; se non ti importa di indossare solo scarponi e dire in parte addio alla vita sociale a favore dei boschi; se sei uno che vuole studiare, crescere ed essere disposto a farsi seguire in un percorso di crescita, che è capace di ammettere errori e limiti per poterci lavorare, allora – forse, e solo se il tuo CLC deciderà così – potrai essere all’altezza di questa relazione, che molto più di altre, se si vuol far funzionare, è alla pari.
Se è vero che non è un lupo, è pur vero che è un CANE con la C maiuscola che non ha scelto di esistere come nostro compagno di vita, ma che come tale può insegnarci a vivere meglio la nostra ritornando ad una naturalità che abbiamo quasi totalmente perso.
